Diritti Doveri Solidarietà è un progetto che il CPIA metropolitano di Bologna promuove in collaborazione con il Garante regionale delle persone private della libertà personale insieme per favorire un dialogo tra culture all’interno della Casa Circondariale di Bologna.
Il progetto è nato da un’idea di Ignazio De Francesco della Piccola Famiglia dell’Annunziata (islamologo e volontario) ed è dedicato ai detenuti musulmani con l’intento di fare leva sul loro patrimonio linguistico, religioso e culturale. La rieducazione di un uomo che ha violato la legge, passa infatti anche attraverso i valori più alti delle sue tradizioni, le quali hanno su di lui una presa e un’attrazione incomparabilmente maggiori rispetto ai messaggi provenienti da altre culture.
Le prime due edizioni si sono articolate in 12 lezioni ciascuna. I percorsi hanno coinvolto tutti i detenuti arabi/musulmani ristretti presso il Carcere Dozza di Bologna iscritti ai corsi scolastici del CPIA: ogni lezione ha approfondito una tematica specifica. Il compito di aprire gli incontri in programma è stato affidato alla Costituzione: la lettura in lingua araba e in italiano di alcune sue parti è stato poi lo stimolo per una riflessione dei partecipanti attraverso l’utilizzo di fonti arabo/islamiche antiche e moderne, ivi incluse le Carte costituzionali di alcuni Paesi del Nord-Africa e del Medio Oriente.
I viaggi tra Costituzioni e culture, le riflessioni e le testimonianze del progetto sono stati raccontati in due pubblicazioni: la prima (scarica DDS 2015) presentata nel novembre 2015, la seconda pubblicata nel 2017 (scarica DDS 2017)
Religioni per la cittadinanza rappresenta la naturale continuazione e sviluppo delle due edizioni di “Diritti, doveri, solidarietà”, ed è un progetto sul dialogo multiculturale rivolto agli studenti-detenuti del carcere della Dozza che frequentanto i percorsi scolastici del CPIA metropolitano di Bologna, realizzato nel biennio 2018-2019 con la collaborazione dell’ufficio del Garante regionale dei detenuti e della direzione del carcere. Al progetto hanno partecipato 34 detenuti (italiani, tunisini, marocchini, pakistani, romeni, algerini, bosniaci, colombiani, ghanesi, nigeriani e portoghesi), che si sono confrontati con esperti di religione, costituzionalisti, sociologi, antropologi e psicologi sociali.
Obiettivo dell’iniziativa è anche quello di comprendere il ruolo delle religioni all’interno delle strutture carcerarie, in particolare nella casa circondariale Rocco D’Amato di Bologna. L’importanza di intervenire in questo campo è segnalata dalle cifre: da un censimento del 2018 si rileva che sul totale dei circa 58mila detenuti nelle strutture italiane quasi 20mila sono stranieri, di cui più di 12mila provengono da paesi tradizionalmente di religione musulmana, di questi almeno 7mila sarebbero praticanti.
L’esperienza della classe coinvolta nel progetto è stata raccontata nel docufilm Nel bene nel male. Dio in carcere, realizzato dal documentarista Lorenzo K. Stanzani.
Il report del progetto è disponibile in una pubblicazione (scarica religioni per la cittadinanza)
Per approfondimenti vai al sito del Garante